Magister Vitellius Setinus a “Spoleto Arte”

Spoleto_arteChiude la serie delle singolari personalità, presenti a Spoleto Franco Vitelli, di età incerta, benché se ne abbiano notizie fra il 1282 e il 1299. Egli è l’ultimo dei Cosmati che, nelle chiese romane, hanno composto con gusto classico e fantasie orientali, tappeti di pietra, in mirabili intarsi geometrici, che sfidano il tempo. E non soltanto per la eletta misura formale ma anche perché, come per nessuna esperienza creativa, essi sono fuori dal tempo, in un tempo fermo, che per mille anni, come per altri mille, non evolve in forme nuove.Magister Vitellius agisce così come il lapicida che fu nel XIII secolo. E non produce I’illusione ma la realtà dell’antico, in pavimenti, come tappeti, che sono il corrispondente a terra dei mosaici alle pareti. Non vetri dipinti ma tasselli di pierre dure, di marmo, di pasta vitrea e di oro, pietre antiche di una Roma che non muore mai, la Roma che continua a vivere nella civiltà cristiana, tra Medioevo e Rinascimento, ed è viva anche oggi.

Cosi I’ultimo dei Cosmati non restaura ma inventa: egli posa frammenti di marmo derivati da lapidi e colonne di recupero. Guidato dal magistero di Raniero Gnoli e di Dario Del BufaloMagister Vitellius ritrova l’ordine perduto come un istinto, coltivato con approfondimento, cultura e studio. Lo troviamo citaro nel 1287 fra i membri della Schola Addestratorum Mappulariorum et CubiculariorumMagister Vitellius è il nipote di Giovanni Cosmati, educato tra Subiaco e Civita Castellana e attivo in Santa Maria in Cosmedin e San Benedetto in Piscinula. Ancora non finisce di integrare il pavimento del tempietto del Bramanfe in San Pietro al Montorio. Si perfeziona con i suoi parenti perché sa che il suo magistero è apprezzato in Paradiso. Ombra della perfezione di Dio.

Nei Cosmati ha il suo archetipo l’arte astratta, in perfette geometrie, in una armonia che non si propone con figure, santi e madonne come nei mosaici bizantini, ma si compone in ordinati disegni geometrici. Dunque l’arte astratta nasce tra il XII e XIII secolo e confinua a riprodursi fino a diventare contemporanea, in uno spazio senza tempo, che è anche il nostro tempo. L’arte è contemporanea.

Franco Vitelli nasce a Sezze, in provincia di Latina, nel 1955. Si laurea all’Accademia delle Belle Arti di Frosinone in scultura. Tutte le sue opere rivelano un’intensa spinta alla sperimentazione e allo studio della tradizione e dell’antichità. Ritrova e riscopre, infatti, negli oggetti del passato il fascino del tempo. Un tempo depositato come una polvere preziosa da rimuovere, per restituire alle opere nuova vita.

Magister_Vitellius_SetinusL’artista setino intende riconsegnare al presente ciò che potrebbe essere dimenticato o distrutto dagli anni. È questo il lavoro, e anche la missione, di Franco Vitelli, che nel suo opificio Sectilia crea mosaici in marmo utilizzando tecniche raffinatissime e tradizionali.

L’amore per l’arte – per i marmi antichi in particolare – e la capacità di giocare in modo originale con gli abbinamenti materici e cromatici, rendono Franco Vitelli il più esperto artista del settore, tanto che gli è stato commissionato il restauro della Porziuncola di Assisi.

Per mesi, insieme alle sue collaboratrici, ha ricostruito il pavimento del presbiterio della piccola chiesa fuori Assisi, all’interno della chiesa di Santa Maria degli Angeli, sotto gli affreschi del Perugino. Un lavoro lungo e faticoso, condotto in modo rigoroso e appassionato, prestando attenzione a ogni particolare: dallo studio e dalla mappatura del pavimenlo alla numerazione e catalogazione dei marmi fino al restauro finale. Duranle i lavori è stato ritrovato l’originario pavimenro della chiesa, già restaurata da San Francesco nel 1206.

L’opera di Vitelli è mossa da un grande rispetto per il passato e per le testimonianze materiche che il tempo ha consegnato all’attualità storica. Per questo e per il timore di perdere – intervenendo manualmente – l’antico pavimento in cocciopesto, studia un sistema ingegnoso.Inserisce in una piattaforma elevabile il pavimento in marmo ricostruito, custodendolo all’interno di una struttura composta da due cerchi in ferro; ingegna, in questo modo, una sorta di piano rialzabile che consente di staccare la parte rettangolare della superficie rifatta e di mostrare, nel contempo, nella parte sottostante, il pavimento originario.

Ma questo è solo un esempio dell’abilità del maestro laziale. Ha poi contribuito al restauro del Duomo di Gaeta e di Palazzo Colonna a Roma. Nell’aprile del 2012, festeggia a Sezze i vent’anni di attività, con la mostra Sectilia – 20 anni d’arte marmoraria presentata da Dario Del Bufalo, presidente dell’Università dei Marmorari di Roma, di cui l’artista è membro speciale. All’inaugurazione intervengono Vittorio Sgarbi e Folco Quilici, da sempre attenti al genio di Vitelli, il cui talento si esprime non solo nell’uso delle materie prime, nella precisione del taglio, nella raffinatezza degli accostamenti e nell’eleganza delle composizioni, ma anche e soprattutto nella medianica capacità di unire e di mettere in comunicazione il nuovo con l’antico, superando i limiti delle barriere temporali e restituendo all’arte il potere delle emozioni eterne.

A cura di Vittorio Sgarbi

Un Commento

  1. Lillo 753 ac

    Caro Grande Maestro Zio Franco.
    Onorato di vederti all’opera e Fortunato di Seguirti nelle creazioni di questi Capolavori.

Lascia un commento