La colonna e il marmo della Flagellazione di Piero della Francesca

La Flagellazione di Piero della Francesca, dipinto che ha dato adito ad un gran numero di interpretazioni, è di grande interesse anche per questioni di arte marmoraria, come dimostrano l’accurata resa del pavimento in Porfido Rosso Egiziano e Serpentino e dei marmi rappresentati sulla parete di fondo nella scena di sinistra.

Un altro importante elemento litico del quadro è la colonna alla quale è legato Cristo. Piero, come altri suoi colleghi ha ignorato le dimensioni della reliquia ufficiale (alta solo 65 cm), che oggi si conserva nella Cappella di San Zenone in Santa Prassede a Roma, ha legato Cristo ad una colonna di dimensioni plausibili (2,5 mt) ed ha mosso una critica esplicita alla posizione della Chiesa a proposito delle reliquie e degli schemi iconografici da seguire nelle rappresentazioni pittoriche ufficiali, che verranno rigidamente regolamentati dopo il Concilio di Trento.

Nella Flagellazione due personaggi compiono lo stesso gesto con il palmo della mano rivolto verso il basso, quasi ad indicare l’altezza di un oggetto. Inserendo nella raffigurazione l’immagine della Colonna della Flagellazione di Santa Prassede nell’opportuna dimensione prospettica, si nota la coincidenza dell’altezza di entrambe le mani con la misura della reliquia ufficiale (fotomontaggio).  Forse Piero ha voluto rappresentare in maniera “teatrale” una flagellazione con un Cristo legato ad una colonna di grandezza plausibile (2,5 mt); e forse con il gesto della mano dei due personaggi ha voluto esprimere una critica alla Chiesa per le dimensioni della reliquia ufficiale, troppo piccola per la Flagellazione degna di un Rex Iudaeorum.

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Estratto da Marmorari Magistri Romani di Dario Del Bufalo. Roma, L’Erma di Bretschneider, 2010.

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